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KAMIEL KLAASSE / .NL ARCHITECTS


Biografia

Kamiel Klasse parla dei progetti più recenti realizzati in Olanda dallo studio NL Architects: l'architettura come risposta agli stili di vita contemporanei, tra vita urbana e intimità.
Intervista di Flores Zanchi, Foto: Raoul Kramer, Erik en Petra Hesm, Marieke Kijkt

Lo studio .NL Architects ha recentemente completato due complessi residenziali, il Prisma Building a Groningen e il Funen Block K a Amsterdam, due tipi di edifici profondamente diversi situati l'uno in un'area post-bellica e l'altro in un nuovo insediamento urbano, quali sono le caratteristiche comuni a questi due progetti?

Le differenze tra questi due progetti sono enormi: sono ai due estremi opposti delle possibili categorie di budget in Olanda: Prisma è estremamente economico, Funen di lusso.  Ma esistono comunque delle analogie.

Entrambi sperimentano l'espressione collettiva e l'individualità. Si può essere parte inscindibile di un grande insieme ed essere comunque unici?

Ed entrambi sono esperimenti parametrici in uno stadio ‘embrionale’. Condividono lo stesso metodo di trattare i vincoli matematici. Le limitazioni, in parte scelte volontariamente in parte inevitabili, aiutano a formulare la logica che sta dietro la forma:

Nel caso del progetto Funen abbiamo preso come punto di partenza il fatto che il volume generale delle abitazioni doveva rimanere lo stesso: una sorta di blocco di gomma. Per creare una scorciatoia nella pianta urbana, abbiamo spostato il vialetto di accesso: un'abitazione sarebbe stata compressa, l'altra allungata, in modo da ridistribuire il volume, creando sezioni più alte e più basse, mantenendo però invariata l'altezza media. La ‘valle’ risultante si inseriva bene nel denso contesto urbano, creando una vista panoramica e incorniciando due piccoli parchi.

Nell'edificio Prisma le dimensioni dei balconi dovevano essere costanti benché la profondità aumentasse dall'alto al basso. Questo ha portato ad un elegante sfasamento delle proporzioni. Mantenere fisso un parametro crea chiarezza visiva consentendo al contempo una forma di colta complessità.



Come architetto, qual è la sua idea del vivere bene oggi?

Proprio nel centro della città, vicino all'aeroporto, con un giardino e un sacco di spazio per parcheggiare. Ma silenzioso. L'isolamento acustico è meglio dei doppi vetri per l'ambiente! Un loft spazioso con molte stanze. E naturalmente una vista eccezionale. Home office. Nucleo familiare ‘simmetrico’. Campo da basket nell'atrio. Campo giochi nelle immediate vicinanze. Bowling nel vialetto. A 15 minuti di bici dalla'ufficio, forse anche 20. E tanto spazio per mettere le cose! E i bar non dovrebbero essere a più di 350 metri dalle scuole. Asili nido accanto alle vetrine delle prostitute. Moltissimi paradossi da affrontare: la delirante Amsterdam!

Quali ritiene siano i confini tra spazi pubblici e privati? E nei progetti di NL Architects?

I confini tra pubblico e privato sono diventati piuttosto confusi. La vita pubblica è entrata nel nostro salotto e la vita privata si è impadronita delle pubbliche piazze.

L'informatica ha un considerevole impatto sul modo in cui viviamo e lavoriamo. Idealmente la gente sarà libera di scegliere il proprio ambiente di lavoro in base all'umore. Evitare gli ingorghi del traffico o continuare a lavorare quando rimane intrappolata. Il lavoro diventa indipendente da luogo e ora per creare un'immensa flessibilità spaziale. Si può lavorare a casa e vivere al lavoro… Le strade dello shopping potrebbero presto ospitare solo dei bar in cui la gente potrà ordinare prodotti on line…

Il livello di trasparenza che siamo riusciti a introdurre nel progetto Funen è piuttosto sorprendente per molti stranieri. Tradizionalmente gli olandesi tengono le finestre spalancate. Perché non c'è niente da nascondere davanti a Dio. Questo ha portato ad una grande trasparenza. Ma ora Dio è morto (almeno in Olanda) e la gente tende ad aumentare il proprio livello di privacy. Sono sempre di più quelli che chiudono le tende.  


Parlando di un altro dei suoi progetti più recenti, il Groninger forum, ha dichiarato che "aspira a inventare il centro informativo culturale del futuro, una versione fisica di wikipedia"... in che modo?

Il Groninger Forum ha l'ambizione di creare un nuovo tipo di ‘biblioteca’. Ma definirlo biblioteca non rende giustizia alla sua complessità. Sarà un cinema, un museo, un archivio e una piazza pubblica all'interno di un edificio. Tutti questi aspetti si rafforzeranno reciprocamente attraverso la contiguità. Entrano in un ‘frullatore’; i confini tra le istituzioni si dissolveranno.

Organizzando le informazioni in ordine tematico e non solo alfabetico, si crea un nuovo modo di vivere la biblioteca. Si creano scambi tra supporti diversi: filmati, libri e manufatti selezionati vengono riuniti, a volte per brevi eventi, altre volte in configurazioni più permanenti. I contenuti vengono costantemente mescolati e rimescolati. Non si tratta solo di libri.

L'idea è che Trovare sia più importante che Cercare. La tipologia dell'atrio verticale con diramazioni orizzontali aumenta la possibilità di incontrare l'inaspettato. Ci auguriamo che aumenti anche la visibilità. Ad ogni visita si potranno scoprire cose interessanti. Il Forum diventerà un ‘motore di ricerca’. Un gigantesco flipper!

Navigare, un termine molto usato quando si parla di autostrade digitali, diventerà produttivo e gratificante nel Forum. Lo specifico allestimento spaziale catalizzerà l'interazione tra visitatori e contenuti. In un certo modo, gli spazi accatastati intendono ricreare una versione fisica dell'Hyperlink: da una cosa ne scaturisce un'altra… Le caratteristiche dell'atrio garantiscono che il pubblico possa raggiungere ogni ‘angolo’ del complesso.

E, analogamente a Wikipedia, desidera creare una piattaforma in cui il visitatore possa contribuire ai contenuti. Il Forum non sarà solo un ‘luogo di consumo’ né una relazione unidirezionale: vuole invece diventare un centro di discussione, un luogo di incontro; un grande ‘salotto’ per gli abitanti di Groningen.


Lo Spordtgebouw è' una palestra innovativa: riunisce le palestre di tre diverse scuole in un unico complesso e la sera e nei fine settimana è aperta al pubblico. In che modo è riuscito a integrare questa complessità funzionale nel progetto e nella configurazione dell'edificio?

Spordtgebouw si trova a Dordrecht ed è la più grande di queste strutture in Olanda. Ci sono in totale 8 palestre utilizzate da scuole diverse. Riunire le strutture invece di crearne una separata in ogni scuola ha il vantaggio di poter condividere le attrezzature. Diventa possibile configurare ogni sala con caratteristiche specifiche; le sale possono essere dedicate a sport specifici con specifiche attrezzature. Un'altalena o un trampolino, o un dojo, ad esempio. Ottimizzare! Questo porta ad una forma di professionalizzazione. Un piacevole effetto collaterale è costituito dal fatto che i professori di educazione fisica delle varie scuole possono parlarsi e scambiare informazioni tutti i giorni. Inoltre un grande complesso ha di più da offrire alla gente che utilizza il centro sportivo nelle ore di chiusura delle scuole, la sera e nei fine settimana: sono disponibili più opportunità. E il denaro pubblico può essere usato per il pubblico.

Questo ha portato all'idea di aggiungere altre funzioni, la palestra di roccia e il centro fitness, che non facevano parte del bando di gara originale. L'idea era usare la flessibilità funzionale di una palestra di roccia come manifesto per l'intero edificio: una facciata scultorea e programmata!

‘Spaccando’ una normale palestra di roccia, l'interno roccioso rimane a vista. L'atrio che abbiamo creato dà la sensazione di essere all'aperto. Le immense finestre consentono la vista degli spettacolari eventi che si svolgono all'interno. Un'ametista affettata …

Poiché per il nostro cliente avrebbe potuto non essere facile trovare un utente per la ‘caverna’, siamo dovuti andare oltre il normale compito di un architetto: abbiamo dovuto cercare un imprenditore che sviluppasse l'interno. Siamo molto eccitati: anche questa parte dell'edificio sarà presto completata. Kas Oosterhuis / ONL è responsabile del progetto dell'ingegnoso e innovativo sistema della parete d'arrampicata. Le classi potranno presto utilizzare una delle più divertenti palestre di roccia del paese.


È anche un'architettura comunicativa, in primo luogo per la sua espressiva facciata sul viale ma anche per il linguaggio grafico utilizzato per aiutare gli studenti a spostarsi all'interno dell'edificio, potrebbe dirci qualcosa su questa caratteristica?

Poiché l'edificio è un puzzle in 3D, il percorso dall'ingresso agli spogliatoi dei diversi piani è un labirinto piuttosto complesso. Abbiamo quindi creato un sistema di orientamento per evitare di perdersi. Abbiamo attribuito un colore ad ogni palestra e inserito i tipici simboli sportivi anche nei corridoi. Per orientarsi con facilità basta seguire la giusta linea colorata… Lo spazio di circolazione diventa un campo giochi: l'infrastruttura diventa parte del gioco.

Ad un certo punto siamo entrati in conflitto con il Comitato Olimpico Olandese. La nostra proposta per il motivo del pavimento ricordava infatti il logo con i cinque cerchi; siamo stati accusati di violazione del loro copyright… abbiamo quindi dovuto modificare leggermente il nostro layout. Non è realmente importante per il risultato finale ma è un peccato aver dovuto rinunciare a questo doppio significato, si potrebbe dire perfino terzo significato.  

Il lavoro dello studio .NL Architects è caratterizzato da una comunicazione chiara e innovativa, a suo giudizio, qual è il ruolo della comunicazione in architettura?

Desideriamo che la nostra architettura sia comunicativa, anche se a volte è meglio che gli edifici siano muti... Vogliamo stabilire un rapporto tra l'edificio e il suo contesto, che si tratti di condizioni fisiche o culturali, storia o norme e regole. Desideriamo sottolineare le connessioni, speriamo di scoprire collegamenti. Lo studio ha una notevole capacità di associare. E tirar fuori il ‘significato’, o rivelare una certa logica. Eliminando tutta la ‘zavorra’ è possibile celebrare l'idea centrale. E comprenderla.


Foto: Raoul Kramer, Erik en Petra Hesm, Marieke Kijkt

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