02-09-2016

"There's no place like home"

Claudio Menna, architetto e fotoreporter, trasmette nel suo progetto fotografico "There's no place like home" le vite di una comunità indipendente, tra l'occupazione di spazi abbandonati e la precarietà delle condizioni abitative, tutto nel cuore della città di Napoli, il quartiere Montesanto.



Claudio Menna, architetto e fotoreporter, trasmette nel suo progetto fotografico "There's no place like home" le vite di una comunità indipendente, tra l'occupazione di spazi abbandonati e la precarietà delle condizioni abitative, tutto nel cuore della città di Napoli, il quartiere Montesanto.  

Il quartiere Montesanto di Napoli custodisce al suo interno differenti realtà urbane, il via vai della stazione della metro si affianca alla dinamicità della facoltà di Architettura, c'è l'Ospedale e un mercato di quartiere. Tra tutta questa ordinaria quotidianità, una comunità di persone ha trovato il suo spazio, occupando un deposito di treni abbandonato, per farne la propria casa.  
 "There's no place like home" ha inizio nel 2014, quando il giovane  fotoreporter Claudio Menna, decide di avvicinare questo gruppo di  "squatters" (letteralmente occupatori abusivi), un insieme di persone di diverse nazionalità che porta avanti la propria esistenza qui.
Una volta acquisita la fiducia necessaria, inizia a scattare scene della loro vita quotidiana, generando ritratti a diverse scale di una precarietà quasi disarmante. Alla scala umana, ci sono i volti di donne e uomini che hanno perso tutto, senza lavoro, senza una casa o una famiglia, perduti e uniti qui, a Napoli, in questo nuovo universo che è la comunità abusiva. Alcuni scatti di Menna sono,invece, focalizzati sugli spazi abitativi costruiti dal niente da queste persone, sulla base di risorse minime.  Anche qui la precarietà si manifesta, si legge d'impatto nella fragilità delle soluzioni adottate, strutture costituite da aste e cavi, teli e lenzuola,  strutture labili che fanno da mura tra gli spazi di ognuno. Claudio Menna, con queste sue immagini, riporta all'osservatore un'architettura di carattere spontaneo, aperta al mutamento, perché è solo adattandosi che può continuare ad esistere, come riflesso delle persone che la abitano.
Accanto a queste molteplici condizioni di precarietà, il progetto ha anche lo scopo di affrontare il tema della coesistenza tra culture nello spazio urbano. Nel caso di Montesanto, infatti, gli squatters  non rappresentano per la comunità del quartiere un sintomo di degrado o un gruppo da ghettizzare. Al contrario, i cittadini intervengono in loro aiuto, donando vestiti e offrendo loro del cibo periodicamente, a manifestare empatia e collaborazione per una comunità che si è perfettamente integrata nelle dinamiche del quartiere.  
"There's no place like home" di Claudio Menna si lascia interpretare attraverso due filtri, quello dell'architettura, come accurato reportage su un modus vivendi precario e borderline, e quello dell'umano, immortalato in scatti intimi e contemplativi. In entrambi i casi, chi si trova davanti alle immagini di questo progetto  non può non sentirsi inghiottito per un attimo in quella realtà di vita complessa, fino forse a percepirne la densità di emozioni che il reporter, con grande intensità e rispetto, è stato in grado di comunicare in questo lavoro.   

Barbara Esposito 

Sito: http://claudiomenna.wix.com/photo

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