28-09-2022

Diana Kellogg Architects: Rajkumari Ratnavati Girl’s School, India

Diana Kellogg Architects,

Vinay Panjwani,

India,

Scuola,

La Rajkumari Ratnavati Girl's School, a Jaisalmer, nel Rajasthan è un’architettura ricca di simboli per superare il pregiudizio verso il diritto all’educazione delle donne. Per l’architetta newyorkese Diana Kellogg è il progetto di svolta e l’apertura al mondo non-profit.



Diana Kellogg Architects: Rajkumari Ratnavati Girl’s School, India

Laureata alla Columbia University e quindi al Williams College, la newyorkese Diana Kellogg conduceva una brillante carriera come progettista di residenze e interni commerciali di lusso. Tutto cambia quando la sua strada si intreccia fortuitamente con quella di Michael Daube, fondatore di CITTA. L’organizzazione non-profit opera in zone di margine come India e Nepal, con programmi di sviluppo per comunità molto povere e con un livello critico di alfabetizzazione. Quando Daube propone a Kellogg di progettare la Rajkumari Ratnavati Girl's School a Jaisalmer, nel Rajasthan, lei accetta, ma questo è solo l’inizio.
La scuola fa parte di un progetto più ampio e ambizioso, chiamato GYAAN Center, che comprende anche uno spazio performativo con una biblioteca e un centro cooperativo dove gli artigiani locali insegneranno alle donne le tecniche di tessitura e ricamo tradizionali.
L’architetta si accosta a questi tre volumi come a un unico complesso, che sorgerà oltre la zona delle dune nel deserto del Thar. Ogni spazio avrà la sua indipendenza formale e la sua identità, ma allo stesso tempo costituirà un dettaglio del progetto d’insieme. Semplici tende a protezione dal sole consentiranno di abitarne anche gli spazi interstiziali.
Primo di questi tre progetti a essere completato, la scuola ospita oggi più di 400 bambine, appartenenti a una comunità che vive sotto la soglia di povertà e in cui l’alfabetizzazione femminile non supera il 36%, riferisce la progettista. Affinché le persone possano provare orgoglio e così accogliere il cambiamento, il progetto ha dedicato tempo e risorse alla costruzione di un edificio all’avanguardia dal punto di vista ambientale. Per l’intera struttura è stata scelta una pietra disponibile nella regione, in modo da ridurre l’energia di trasporto e trasformazione. Al piano del tetto sono state usate piastrelle ceramiche riciclate ed è stato installato un sistema di riscaldamento dell’acqua mediante pannelli solari, che sfrutta il forte soleggiamento. L’acqua piovana è stata recuperata seguendo le antiche tecniche locali di raccolta, a cui è stato aggiunto un impianto di riciclo delle acque grigie.
Quindi, tale spinta progressista è stata imbrigliata in una forma che trasformi la scuola in un luogo di riferimento. La rigorosa pianta ovale, il tetto belvedere con impianto fotovoltaico, le decorazioni parietali che reinterpretano i tradizionali jali, la struttura a un solo piano che sembra nascere dalle dune del deserto. Totalmente costruita in blocchi di pietra arenaria gialla scolpita a mano dagli artigiani locali, l’architettura sembra far parte di un paesaggio antico, da cui non si differenzia né per colore, quello della terra e della sabbia del deserto, né per forma. Racconta Kellogg che il disegno si ispira alle linee sinuose tracciate dai torrioni del vicino forte di Jaisalmer, la città tra le mura, eretta nel 1156 sulla collina Trikuta del deserto di Thar.

La pianta è il risultato di una selezione di spazi essenziali e di un accurato piano di spesa. Il cortile ellittico, rivestito anch’esso in arenaria, conduce alle aule, a un ufficio e alla stanza degli insegnanti, ambientati all’interno dei muri perimetrali. Gli arredi sono semplici mobili di palissandro e tradizionali sedute intrecciate come charpai, tutti realizzati nella regione. Non ci sono decorazioni salvo la differente vena naturale della pietra stessa e i poetici giochi d’ombra creati dai cosiddetti jali. Kellogg li inserisce nell’infilata di aperture alte delle aule, nei parapetti del belvedere sul tetto e nelle pareti dello scalone. Anticamente erano adottati come fitti ornamenti di porte e finestre, per impedire, dall’esterno, la vista negli interni dei palazzi e così consentire proprio alle donne di contemplare senza essere viste. Qui, al contrario, i jali sono progettati con trama molto aperta, forse volendo mantenere il legame con un certo immaginario architettonico, ma anche distaccarsene. Il motivo decorativo, infatti, non vuole più nascondere, ma semplicemente offrire protezione dalla luce e dal calore.
Il tema della tutela torna in altri elementi del progetto, per esempio nella pianta: Kellogg racconta che una volta definita la forma a ovale, essa risultò significativa anche perchè, con le sue linee sinuose, ricordava il concetto di femminilità, il ventre materno e il modo in cui le donne si mettono insieme a lavorare. La figura chiusa, senza spigoli o aperture, richiama l’idea di uno spazio privato, un luogo che le bambine possano riconoscere come proprio e riservato, in una società rurale ancora dominata dalla concezione maschile dell’esistenza.
Significativo in tal senso è stato il fatto che le maestranze coinvolte nel cantiere siano del posto, tra cui anche i padri delle bambine che quegli ambienti avrebbero frequentato. Questa è stata la chiave per superare il pregiudizio verso una scuola femminile, affinché diventasse un progetto della comunità.
“Le altre due strutture che saranno costruite - il centro comunitario e la cooperativa femminile - avranno anch'esse forma ovale e, insieme, diventeranno un simbolo dell'infinito. Questa serie di ellissi rappresenta l'idea che, in un remoto angolo dell'India, le problematiche relative a donne e ragazze possano essere amplificate e suscitare attenzione su scala globale” conclude Diana Kellogg.

Mara Corradi

Architects: Diana Kellogg Architects https://www.dkarchitects.com/
Client: Citta India
Location: Jaisalmer, India
Gross useable floor space: 200 ft x 120 ft
Start of work: 2020
Completion: 2021
Photographer: Vinay Panjwani


×
×

Rimani in contatto con i protagonisti dell'architettura, Iscriviti alla Newsletter di Floornature