14-10-2022

Equipo de Arquitectura: Intermediate House, Asunción

Equipo de Arquitectura,

Intermediate house, di Equipo de Arquitectura, assume una dimensione di ricerca, andando ben oltre le richieste specifiche o momentanee di un committente. La casa dell’existenzminimum ad Asunción, in Paraguay, diventa l’abitazione “intermedia”, dove nessuna funzione o spazio sono prestabiliti.



Equipo de Arquitectura: Intermediate House, Asunción

Intermediate house è l’esperimento per una casa minima in Paraguay, elaborato da Equipo de Arquitectura. È una riflessione su quali sono gli spazi minimi adeguati al vivere di oggi e su come possano essere organizzati, affinché non restino ambienti esigui, ma moltiplichino il loro valore, incidendo sulla vita delle persone.
Dai testi scritti da Equipo de Arquitectura, come “¿Por qué viajamos? O la importancia de la experiencia”, si legge la volontà di questo gruppo di intendere l’esperienza storica come un processo vivo. L’architettura, la città e ogni luogo urbanizzato sono spazi che, non solo l’uomo costruisce, ma da cui l’umanità è trasformata: “ciò che noi progettiamo, ci progetta”.
Ecco, dunque, esiste ancora oggi l’urgenza di studiare il concetto di vivere minimo, dopo che quest’idea fu al centro di un congresso CIAM quasi un secolo fa e molte volte sia stata ridiscussa in tutto il mondo. Per l’Equipo de Arquitectura, il soddisfacimento dei bisogni primari legati all’abitazione è un tema che si sviluppa legando tutto ciò che abbiamo appreso su dimensioni, rapporti e morfologia degli spazi domestici, con le abitudini e le consuetudini locali da un lato e con ciò che la materia può mettere a disposizione dall’altro. “L'architettura è una professione che media tra le necessità dell'abitare e la trasformazione della materia. Gli architetti diventano intermediari di quella volontà di potenza”; essi sostengono.
L’occasione di sperimentazione accade su un lotto di poco meno di 200 metri quadrati nella capitale Asunción. Un terreno rettangolare lungo, ma stretto su tre lati da edifici residenziali confinanti e con il solo fronte d’ingresso aperto sulla strada. Gli architetti tracciano un muro lungo i tre fronti perimetrali chiusi, che si allunga verso la via di circolazione, ricavando un piccolo cortile in salita quale spazio di accoglienza. L’edificio monopiano, infatti, si alza leggermente rispetto alla quota della strada. La facciata preannuncia già gli elementi principali della struttura: i muri di mattone a vista di diversa forma e posa e le quattro volte laterizie che costituiscono la copertura.
Gli interni si aprono su una pianta libera, grazie agli elementi portanti ridotti al minimo e alla scansione degli spazi completamente gestita da pannelli mobili. La natura, come parte integrante del vivere, si offre generosa in due momenti. Si scorge sullo sfondo, dove è ricavato un patio verde, e al centro, dove una seconda apertura nel tetto consente di illuminare un piccolo giardino ricavato nello spazio domestico.

La luce entra dagli archi che non sono tamponati con lunette, dalla facciata principale di mattoni frangisole, e infine dai vuoti volutamente lasciati tra un elemento strutturale e l’altro. Travi, setti murari e volte sono infatti accostati e appoggiati l’uno all’altro e tuttavia mantengono la loro indipendenza formale. Questa scelta attribuisce all’insieme l’idea di una composizione temporanea e di un’immensa leggerezza che è chiave di lettura del progetto.
In questo intervento si sente l’eredità di Louis I. Khan, in particolare nella soluzione che egli adottò nel Kimbell Art Museum di Fort Worth, in cui la copertura a volte diffonde perfettamente la luce naturale negli spazi della galleria. “Con Kahn abbiamo imparato che il supporto strutturale può diventare un supporto funzionale, che è il motivo per il quale l'intero tetto della casa poggia sugli arredi che formano il perimetro della proprietà. Questa doppia funzione è applicabile allo spazio, dove pubblico e privato si mescolano a seconda dell'uso. La flessibilità funzionale della casa si adatta all'intercambiabilità dei modi di abitare, dove l'abitante della casa diventa l'architetto di queste trasformazioni".
E qui entra in gioco la cultura locale, da un lato nei modi di abitare e dall’altro nella maniera di costruire le volte. Raccontano gli architetti che nel territorio la gente privilegia gli spazi intermedi, che si modificano nel corso delle situazioni, accogliendo molte funzioni e persone diverse. Guardando la pianta, la casa risulta di fatto un unico ambiente, in cui tuttavia la camera da letto trova privacy grazie a pannelli mobili, gli elementi della cucina o gli oggetti del soggiorno appaiono e scompaiono dietro pareti a libro e una porta scorrevole divide la zona più riservata da quella più pubblica. Al centro, nel giardino, un albero di mango offre ulteriore separazione, senza però limitare il passaggio dell’aria e della luce, senza annullare la percezione dell’insieme.
Infine, la copertura in terra cruda sotto forma di mattoni, pressati manualmente, costituisce un punto di connessione tra fare manuale e tecniche industriali: i tagli creati al centro del blocco laterizio accolgono le armature per il sottile strato di calcestruzzo che viene posato sopra le volte, in modo che i due sistemi costruttivi lavorino insieme.

Mara Corradi

Architects: Equipo de Arquitectura (Horacio Cherniavsky, Viviana Pozzoli, Gabriela Ocampos, Franco Pinazzo, Rolph Vuyk) www.equipodearquitectura.com
Completion year: 2021
Location: Asunción, Paraguay
Area: 115 sqm
Landscape: Lucila Garay
Desk, chairs and living set: Saccaro
Blacksmith: Gabriel González
Carpenter: Marcial Careaga
Glass: Orlando Zacarías
Photographer: © Federico Cairoli http://www.federicocairoli.com/, (28-29) © Equipo de Arquitectura www.equipodearquitectura.com


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