19-01-2022

FRES architectes: Teatro Nouvelle Comédie de Genève

FRES architectes,

Yves Andre,

Ginevra, Svizzera,

Teatri,

Vincitore di un concorso internazionale, il progetto del Teatro Nouvelle Comédie de Genève di FRES architectes è il centro di un quartiere in espansione e un edificio ad alte prestazioni energetiche in linea con il piano del comune di Ginevra per le emissioni zero entro il 2050.



FRES architectes: Teatro Nouvelle Comédie de Genève

Dopo soli 5 anni dalla sua fondazione, nel 2009 lo studio francese FRES di Laurent Gravier e Sara Martin Camara (prix des Femmes Architectes 2021) vince il concorso internazionale per la costruzione del teatro Nouvelle Comédie de Genève che è stato inaugurato nel 2021.
Un teatro sperimentale nella sua concezione artistica, costruito per essere il cuore di un nuovo quartiere della periferia di Ginevra, quello di Les Eaux-Vives, e annoverabile tra le strategie adottate dal Comune per svincolarsi dai combustibili fossili entro il 2050.
La storia della Nouvelle Comédie de Genève ha inizio nel 1987, quando Matthias Langhoff, scenografo franco-tedesco, pubblicò il suo "Rapport" (Edizioni Zoé) che metteva in luce i problemi dell'attrezzatura scenica esistente della Comédie de Genève, all’epoca situata in Boulevard des Philosophes. Nel 2000 il Comune di Ginevra ricevette il progetto di un nuovo edificio commissionato dall’Association pour la nouvelle Comédie (ANC), formata da professionisti del mondo dello spettacolo, un progetto ambizioso che vedeva il teatro non solo come la sede per gli spettacoli, ma come un centro dotato di sale prove e laboratori per scenografie e costumi. A partire da questi presupposti la città, che ne frattempo stava rilanciando il progetto di collegamento ferroviario con Annemasse (Alta Savoia), puntando sulla stazione di Eaux-Vives e sullo sviluppo del quartiere, nel 2009 apre un concorso internazionale per la costruzione del nuovo teatro. La proposta chiamata “Skyline” di FRES Architectes viene selezionata tra 80 progetti.
Dal punto di vista concettuale, l’architettura viene immaginata come luogo di dialogo tra artisti e pubblico. Il sistema “iperfunzionale”, in cui tutte le professioni che costruiscono l’arte drammaturgica vengono rappresentate e trovano spazio, si sostanzia in un’architettura dalla pelle trasparente che offre al quartiere e alla gente una prospettiva sui laboratori, sul foyer e sugli spazi conviviali. La circolazione del pubblico è organizzata lungo la facciata sud-est, un atrio a doppia altezza che ospita caffetteria, ristorante, biblioteca e biglietteria e invita a prendere parte alle attività che costruiscono il teatro, che in questo modo esce dalle sale tradizionali per diventare parte della città. Il nucleo dell’edificio è costituito dalle sale complementari, collegate da un unico foyer su due livelli. La sala maggiore da 500 posti è concepita nella continuità del teatro europeo, all'italiana, con un prestabilito rapporto fronte-palcoscenico-sala. L'involucro è di pelle piegata e sfaccettata, come un origami, che accoglie tutti i dispositivi acustici e luminosi. La sala minore da 250 posti, dedicata alla sperimentazione, è un volume elementare e neutro, con un sistema modulare di gradinate che permette di allestire molteplici configurazioni. Le pareti sono rivestite con listelli di cemento fibrorinforzato, la cui trama è studiata per garantire un'acustica perfetta.
La circolazione degli artisti, dei tecnici e del personale avviene all’interno di gallerie sovrapposte lungo la facciata nord-ovest. La movimentazione delle scenografie, con corridoi sotto la quota delle sale, permette di servire efficacemente tutte aree, i palchi delle due sale su un unico livello e il grande laboratorio di fabbricazione a ovest.

Oltre alle due torri sceniche, i volumi emergenti che formano il riconoscibile profilo dell’edificio ospitano gli uffici amministrativi, i camerini e i laboratori minori. In contrasto con l’immagine tradizionale del teatro monosala identificabile dallo svettante corpo principale, la forma di questo teatro dichiara la molteplicità funzionale interna, offrendo l’idea di un centro artistico vitale.
A questo si aggiunge un impatto molto diverso passando dal giorno alla notte. Il fronte sobrio e permeabile fa pensare all’efficienza di un laboratorio creativo, mentre di notte l’illuminazione rossa trasforma questi spazi in una vivace fucina performativa.
Dal punto di vista costruttivo, una grande criticità era rappresentata dalle vibrazioni causate dalla vicinanza del sito ai binari ferroviari. Per ridurne l’impatto i progettisti hanno creato “una scatola nella scatola” cioè una massiccia struttura in cemento, nella quale sono inserite le due sale teatrali, sostenute da strutture indipendenti che poggiano a loro volta su molle. Questo principio permette la dissociazione delle due componenti, evitando la trasmissione di inquinamento acustico durante uno spettacolo. Il calcestruzzo consente infine una grande inerzia termica, fattore essenziale per il contenimento energetico.
La Nouvelle Comédie fa parte di un piano di quartiere che mira in modo preferenziale alle risorse energetiche rinnovabili, quella solare per la produzione di energia elettrica e quella dell'acqua del lago per le esigenze di energia termica (riscaldamento e raffreddamento). Con la sua facciata vetrata verso la piazza e l’ingresso principale, l’atrio è uno spazio bioclimatico. In inverno, il guadagno solare passivo riscalda e riduce la perdita di calore dagli edifici adiacenti. In estate la ventilazione naturale, generata da un effetto camino dovuto alle aperture superiori, garantisce il comfort termico.

Mara Corradi

Architects: FRES architectes (Laurent Gravier + Sara Martin Camara)
Location: Gare des Eaux-vives, Geneva, Switzerland
Competition: january - october 2009
Studies: june 2010 - october 2013
Calls for tenders: june 2015 - july 2016
Site: september 2016 - november 2020
Opening: august 2021
Client: City of Geneva, Directorate of Built Heritage (DPBA)
Co-financer: Canton of Geneva
Certification: high energy performance (HPE)
Thermal envelope equivalent to the requirements of the Minergie label
Photographer: © Yves Andre (photo@yves-andre.ch)


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