01-01-2021
La Cartonnerie di mattoni un recupero di h2o architectes
Julien Attard, Stéphane Chalmeau,
Pont-Audemer, France,
Ristrutturazione, Co-Working,
h2o architectes, a Pont-Audemer in Francia, ha recuperato e restaurato una vecchia cartiera di paese in mattoni e pilastri in acciaio per trasformarla in un’incubatrice d’impresa.
Si tratta di un lungo edificio posto sul fiume, scandito da una ritmica serie di finestre ad arco ribassato e caratterizzato da un tetto a falde. Quest’ultimo è sorretto da una struttura interna realizzata con sottili e originali pilastri a traliccio in acciaio, nonché scandito da capriate ben disegnate composte da puntoni e tiranti rivettati, come si usava nell’epoca in cui fu costruito.
L’involucro a sua volta è caratterizzato da una grande massa di mattoni in buone condizioni, mentre gli interni, separati da una soletta interna, sono stati completamente ridisegnati.
Le intenzioni del committente erano infatti quelle di recuperare l’edificio per trasformarlo in un luogo da dedicare alle imprese che necessitavano uno spazio per avviare le loro attività. Così gli architetti hanno demolito gli interni fino alle fondazioni, in modo da ricostruire i sottofondi e gettare le fondazioni per le nuove strutture. Un intervento che ora fa poggiare i nuovi muri interni sulle travi continue di base e non sul solaio, mentre le bianche riverniciature dei pilastri e delle capriate contribuiscono a ottenere un effetto omogeneo, rendendo il tutto più luminoso.
Altro discorso va fatto per le facciate, in quanto i progettisti di h2o architectes hanno reinterpretato le grandi e piccole aperture esistenti, declinandole in un’originale chiave architettonica attraverso un’accurata scelta dei materiali. Infatti, i nuovi laterizi, usati per gli inserimenti non complanari alla facciata, sono neri, mentre le altre tessiture murarie, in continuità con l’esistente, sono state realizzate con i mattoni recuperati dalle micro-demolizioni. In tal modo, grazie alla patina del tempo che li contraddistingue, i nuovi rappezzi appaiono come realizzati proprio al tempo della costruzione originaria. Tutto ciò è ben visibile guardando le travi in cemento armato gettate per costruire gli sbalzi sull’angolo della facciata di fronte al fiume, i cui filari di mattoni hanno un colore leggermente diverso da quelli a cui sono accoppiati. Eppure, si capisce bene che appartengono alla stessa fornace. Un dettaglio non trascurabile che però risalta solo all’occhio di un osservatore esperto.
Fabrizio Orsini
Lieu: Pont-Audemer (27), France
Maîtrise d’ouvrage: EPFN (Établissement Public Foncier de Normandie) et Communauté de communes de Pont-Audemer
Maîtrise d’œuvre: h2o architectes mandataire avec Cabinet Virtz, économie, Ingénierie Louis Choulet, BET Fluides et HQE, BMI, BET Structure, France Aires, BET VRD.
Superficie: 1500 m² Shon et 2500 m² extérieurs
Montant des travaux: 2 800 000 euros HT
Crédits photographiques: Stéphane Chalmeau, Julien Attard
Si tratta di un lungo edificio posto sul fiume, scandito da una ritmica serie di finestre ad arco ribassato e caratterizzato da un tetto a falde. Quest’ultimo è sorretto da una struttura interna realizzata con sottili e originali pilastri a traliccio in acciaio, nonché scandito da capriate ben disegnate composte da puntoni e tiranti rivettati, come si usava nell’epoca in cui fu costruito.
L’involucro a sua volta è caratterizzato da una grande massa di mattoni in buone condizioni, mentre gli interni, separati da una soletta interna, sono stati completamente ridisegnati.
Le intenzioni del committente erano infatti quelle di recuperare l’edificio per trasformarlo in un luogo da dedicare alle imprese che necessitavano uno spazio per avviare le loro attività. Così gli architetti hanno demolito gli interni fino alle fondazioni, in modo da ricostruire i sottofondi e gettare le fondazioni per le nuove strutture. Un intervento che ora fa poggiare i nuovi muri interni sulle travi continue di base e non sul solaio, mentre le bianche riverniciature dei pilastri e delle capriate contribuiscono a ottenere un effetto omogeneo, rendendo il tutto più luminoso.
Altro discorso va fatto per le facciate, in quanto i progettisti di h2o architectes hanno reinterpretato le grandi e piccole aperture esistenti, declinandole in un’originale chiave architettonica attraverso un’accurata scelta dei materiali. Infatti, i nuovi laterizi, usati per gli inserimenti non complanari alla facciata, sono neri, mentre le altre tessiture murarie, in continuità con l’esistente, sono state realizzate con i mattoni recuperati dalle micro-demolizioni. In tal modo, grazie alla patina del tempo che li contraddistingue, i nuovi rappezzi appaiono come realizzati proprio al tempo della costruzione originaria. Tutto ciò è ben visibile guardando le travi in cemento armato gettate per costruire gli sbalzi sull’angolo della facciata di fronte al fiume, i cui filari di mattoni hanno un colore leggermente diverso da quelli a cui sono accoppiati. Eppure, si capisce bene che appartengono alla stessa fornace. Un dettaglio non trascurabile che però risalta solo all’occhio di un osservatore esperto.
Fabrizio Orsini
Lieu: Pont-Audemer (27), France
Maîtrise d’ouvrage: EPFN (Établissement Public Foncier de Normandie) et Communauté de communes de Pont-Audemer
Maîtrise d’œuvre: h2o architectes mandataire avec Cabinet Virtz, économie, Ingénierie Louis Choulet, BET Fluides et HQE, BMI, BET Structure, France Aires, BET VRD.
Superficie: 1500 m² Shon et 2500 m² extérieurs
Montant des travaux: 2 800 000 euros HT
Crédits photographiques: Stéphane Chalmeau, Julien Attard